La Fée Verte – Assenzio

Al solo nominarla evoca atmosfere alla Degas e alla Raffaelli, lei che fu bandita dal mercato ben 100 anni fa.  Oggi ormai compare sempre meno timidamente nei bar più freak, servita nell’apposito bicchiere con lo zuccherino, il cucchiaino bucato e bevuta alla bohemienne con  lo zucchero flambé  oppure alla francese  con lo zucchero e  l’acqua (ghiacciata, non calda per pietà). Tutti i veri cultori delle lenzuola la conoscono e sanno che il suo ingrediente principale è:
l’ ARTEMISIA ABSINTHIUM

Artemisia absinthium
l’assenzio per capirci meglio. Comunque… iniziando col discorso botanico, l’Artemisia absinthium è una pianta perenne che fa parte della famiglia delle Compositae. Ha il tronco legnoso alla base e  riesce a raggiungere altezze di 1,20 m. con fusti di color grigio verdi e pelo setti come le foglie. La parte ipogea (quella sotterranea) è un rizoma e sopravvive all’inverno, mentre  le parti epigee (quelle sopra) sono semi-legnose e ramificati nonché miseramente destinate a perire, salvo poi ripresentarsi in primavera.  Vi sono due tipi diversi di foglie: quelle basali sono picciolate, pennate che si dividono in tre lobi arrotondati  mentre quelle cauline (cioè quelle disposte più in alto sul fusto) sono più piccole, meno divise ma sempre con i lobi arrotondati. Sono alterne e sono senza stipole cioè senza quella specie di orecchiette tra il picciolo e la base della foglia. I fiori sono gialli, piccolissimi e riuniti in infiorescenze a capolino e se ci sono tanti capolini si riuniscono in spighe. Ogni micro fiore è tuboloso (a forma di tubo) e pentamero cioè formato da 5 parti: corolla con 5 petali e calice con  5 sepali. Infine il frutto è un achenio senza pappo (ovvero senza i peli che favoriscono la dispersione aerea.) 

Afrodisiaco o venefico? E’ un bel mistero. Certo il suo nome è in onore di Artemide, dea della fertilità, metterebbe in luce una certa sua propensione per le pratiche viziose ma poi si scopre che favorisce il flusso mestruale. 
A. absinthium - foglia
Insomma ricerca di qua e ricerca di là pare che in giro non si sappia bene se sia o no afrodisiaca,  i testi più antichi a nostra disposizione non ne fanno parola se non come tonico e stimolante e i più recenti si limitano a rilevarne la tossicità.  
Dopo altre lunghe (luuuunghee luuuuuuuuuungheeeeeee)  ricerche abbiamo appurato che  l'olio essenziale di Artemisia absinthium contiene un terpene chiamato tujone (presente anche nelle salvie…)  e in dosi elevate (80/100 gr, una quantità impossibile da assumere bevendo normalmente) può portare a crisi epilettiche e delirium tremens con conseguente morte, ma che in piccole dosi  influisce sul sistema nervoso centrale e determina uno stato di euforia, accompagnato da apparente lucidità.
Insomma, fa un po’ effetto alcool: per la precisione gli effetti positivi riscontrati vanno dallo stimolo creativo, all’allucinogeno, all’afrodisiaco e - se siete state buone tutto l’anno - anche vermifugo. Che volete di più dalla vita?
Altro che la lucana!!!!
E ora via ai nostri consigli pratici: per battezzare l’assenzio – visto che non avevamo il liquore a portata di mano - abbiamo sperimentato questa tisana  che ci è stata suggerita da una nostra amica maghrebina ideale per le calde e coccolose notti autunnali. 
Mettete in acqua bollente un cucchiaino di te verde a persona, foglie di menta fresco a vostro gusto, un pizzico abbondante di foglie secche di assenzio. Lasciate in infusione per 5 minuti, filtrate e zuccherate abbondantemente (circa 5 cucchiaini per ogni cucchiaino di te verde messo). 
L’effetto è molto piacevole, anzi diremmo inebriante, simile all’effetto di un’altra “erba” molto conosciuta. Afrodisiaco? …uhm.. massì, forse più disinibitoria che vero e proprio afrodisiaco.
Nel nostro caso “la petite mort” è giunta puntale, senza particolari fuochi d’artificio, ma… gradevolmente intensa. 
Per gli sperimentatori più arditi consigliamo di dare un'occhiata a questa pagina e alle liquorose ricette proposte da M. Dumas...  LA RECETTE D'ABSINTHE D'ALEXANDRE DUMAS.


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